Le mille proprietà dell'extravergine: così l'olio allontana il diabete
- simona
- 2 set 2015
- Tempo di lettura: 2 min
Nuovi dati suggeriscono come l'evo potrebbe proteggere cuore e arterie, avvalorando ulteriormente l'ipotesi che si tratti di un vero e proprio toccasana
Qualche tempo fa i ricercatori dell'Università di Siena ci avevano avvisato: l'olio extravergine d'oliva potrebbe aiutare a combattere il cancro al colon. Oggi alle se potenzialità terapeutiche se ne aggiunge un'altra, e a suggerirla è ancora una volta uno studio italiano. E' però il turno dei ricercatori dell'Università “La Sapienza” di Roma di dare dimostrazione degli effetti benefici di questo ingrediente tipico della tradizione mediterranea. Inuno studio pubblicato su Nutrition & Diabetes sono stati infatti Francesco Violi e i suoi colleghi dei dipartimenti di Medicina Interna e Specialità Mediche e di Salute Pubblica e Malattie Infettive dell'ateneo capitolino a dimostrare che aggiungere olio evo ai pasti può aiutare aprevenire il diabete e l'aterosclerosi, quel fenomeno che modificando la parete delle arterie aumenta i rischi cui è esposta la salute cardiovascolare.
Lo studio di Violi e colleghi ha previsto di valutare l'effetto sui livelli di zuccheri e di lipidi nel sangue dopo i pasti dell'aggiunta di olio extravergine d'oliva a un pranzo basato sui principi della Dieta Mediterranea. Gli esperimenti sono stati due, e hanno previsto che i 25 soggetti coinvolti nelle sperimentazioni mangiassero un pasto in stile mediterraneo addizionato o meno con 10 grammi di olio evo o che mangiassero un pasto in stile mediterraneo addizionato con 10 grammi di olio evo o 10 grammi di olio di mais. Dall'analisi dei livelli di glucosio, insulina, dei diversi tipi di colesterolo e di altre molecole presenti nel sangue è emerso che 2 ore dopo il pasto chi aveva assunto olio extravergine poteva vantare livelli più bassi di glucosio e di colesterolo cattivo (il cosiddetto LDL-C) e livelli più alti di insulina (l'ormone che aiuta a tenere sotto controllo il glucosio nel sangue) rispetto a chi non aveva aggiunto olio al cibo o a chi aveva assunto olio di mais.
“Per la prima volta riportiamo che l'olio extravergine d'oliva migliora i livelli post-prandiali di glucosio e di LDL-C – concludono Violi e colleghi sulle pagine di Nutrition & Diabetes – un effetto che potrebbe spiegare l'azione antiaterosclerotica della Dieta Mediterranea”. Questi esperimenti non offrono però spiegazioni circa i possibili meccanismi scatenati dall'assunzione di olio evo. Secondo i ricercatori di Siena fra gli ingredienti segreti di questo alimento spiccano i polifenoli, molecole note per il loro effetto antiossidante. In un comune olio evo il loro contenuto può variare tra 100 e 250 mg, ma alcune varietà, come il Toscano Igp, ne sono ancora più ricche. Le proprietà non solo antiossidanti, ma anche antinfiammatorie e antitrombotiche di alcune di queste molecole, come il diidrossifenil etanolo (Dpe) potrebbero infatti aiutare a combattere quantomeno il cancro al colon.
Anche se gli esatti meccanismi alla base dell'azione salutare dell'extravergine restano ancora da chiarire completamente, gli indizi sulla sua salubrità sembrano lasciare spazio a pochi dubbi: meglio scegliere di condire con l'evo piuttosto che con altri oli. Attenzione, però: gli esperti consigliano di utilizzarlo prevalentemente a crudo e, in ogni caso, non bisogna superare le quantità di grassi raccomandate nella dieta quotidiana, che secondo i nutrizionisti dell'Inran (l'ex Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, oggi CRA-NUT) dovrebbero corrispondere al 25-30% delle calorie introdotte con l'alimentazione di tutti i giorni.
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